giovedì 5 gennaio 2012

Un teatro per Versailles: l'Opéra Royal


La musica riveste un ruolo di primo piano alla corte del Re Sole. Luigi XIV ama i musicisti al suo servizio, li vuole sempre presso di sé, li colma di favori; assiste spesso ad esecuzioni e spettacoli, ed è egli stesso un ottimo musicista: suona il liuto, il clavicembalo e la chitarra, ha buon orecchio, sa cantare ed è un provetto ballerino. Il suo amore ha anche uno scopo politico: promuovere lo sviluppo delle arti francesi in concorrenza alla supremazia detenuta fino a quel momento dalla cultura italiana. Ironia della sorte è proprio un italiano naturalizzato francese, Jean-Baptiste Lully, a dare una spinta vigorosa alla musica e all'opera francese (la tragédie lyrique) componendo per il Re lavori teatrali, balletti, musica sacra e di consumo per le più svariate occasioni.



Durante i settantadue anni di regno di Luigi XIV vengono rappresentati a corte circa 600 lavori tra opere, balletti e drammi, allestiti nelle diverse residenze reali (il Louvre e le Tuileries, Fontainebleau, Saint-Germain, Versailles) quasi sempre sprovviste però di ambienti ad essi espressamente destinati. A Versailles, che dal 1660 è sempre più la dimora privilegiata del sovrano, si assiste agli spettacoli nei giardini, nei grandi cortili, nei saloni del castello, oppure nello spazioso maneggio delle Grandi Scuderie che fronteggiano la reggia, capace di accogliere le complesse macchine sceniche utilizzate durante gli allestimenti.
Con l'avanzamento dei lavori di ampliamento della reggia, tra il 1670 e il 1685 si predispongono diversi progetti per la costruzione di un teatro permanente a Versailles. Inizialmente se ne prevede la costruzione a sud del castello poi, per desiderio del Re, il luogo designato viene spostato all'estremità dell'ala nord. I lavori per la sala ideata da Jules-Hardouin Mansart e Carlo Vigarani vengono però interrotti poco dopo l'avvio, a causa delle guerre intraprese dal Re Sole: solamente parte delle fondamenta viene realizzata. Con la morte di Luigi XIV nel 1715 e l'instaurazione della Reggenza (il nuovo re Luigi XV ha solamente 5 anni) la corte si trasferisce a Parigi e Versailles si svuota velocemente: per molto tempo non si penserà più a nuove costruzioni.

pianta del castello di Versailles. All'estrema destra la sala dell'Opéra
La corte torna a Versailles nel 1722, ma solamente all'inzio del 1740 il Re commissiona un nuovo progetto al maggiore architetto di Francia: Ange-Jacques Gabriel. Egli appartiene a una delle più prestigiose famiglie di architetti del regno (è imparentato con Mansart, e suo padre ricopre la carica di Primo Architetto del Re) ed a lui si devono importanti opere quali la Scuola Militare e Place de la Concorde a Parigi, ed il Petit Trianon a Versailles. Nuove difficoltà economiche determinano ancora una volta la sospensione dei lavori, che finalmente terminano all'inizio del 1770.

Luigi XV (1710-1774)
Per l'Opéra Royal, Gabriel adotta la pianta ovale tipica di diversi tetatri italiani - per esempio il Teatro Regio di Torino - introducendo al contempo significative varianti nella costruzione, in linea con le più recenti ed innovative teorie acustiche ed architettoniche: la sala è interamente in legno, dipinto per sembrare marmo, che ne favorisce l'eccellente acustica; la platea è divisa in due parti, una anteriore e una posteriore, rialzata e separata dalla prima per mezzo di una balaustra, riservata agli ospiti illustri. Non vi sono palchi, ma tre gallerie, l'ultima delle quali scandita  da un prezioso colonnato, che favorisce la visibilità verso il palcoscenico. Il palco reale si trova al centro della terza galleria, in posizione visuale privilegiata. Al di sotto, un palco privato riservato al re chiuso da una grata, che garantiva al sovrano una maggiore riservatezza. Sulla volta del soffitto un dipinto di Louis Jean-Jeacques Durameau, rappresentante Apollo che incorona le Arti.

Il teatro, che all'epoca della sua costruzione è il più grande di Francia, viene inaugurato la sera del 16 maggio 1770 con la ripresa del Persée di Lully (ma l'opera, risalente al 1682, è troppo vecchia per riscuotere successo), un sontuoso banchetto ed un gran ballo in occasione delle nozze del Delfino Luigi Augusto con la quindicenne arciduchessa Maria Antonietta d'Austria. In un resoconto leggiamo che
Le tonalità di blu, oro e rosso riluccicano dolcemente. Il palcoscenico è così profondo che vi sono state riprodotte, a trompe l'oeil, le gallerie della sala per formare un ovale perfetto. Un tavolato è stato montato sulla platea in modo da unirsi con la scena, dove 24 musicisti si fanno sentire durante tutto il pasto. Una balaustra di marmo, con finiture d'oro, circonda la tavola a distanza. Un salone di musica dove suona l'orchestra, in forma di arcata nell'avanti-scena che limita il teatro. L'arcata si poggia su delle colonne di marmo seracolino alla base, ai capitelli, ai cannelli d'oro; le colonne sono separate da grandi vetrate, contro le quali sono appoggiate delle tavole di marmo sulle quali vi erano dei trofei musicali d'oro. In mezzo delle volte, un gruppo di geni portavano le lettere del Delfino e della Delfina.
Ventidue persone siedono alla tavola del Re; la corte assiste dalle gallerie gremite. Durante la cena si svolge un episodio diventato famoso: la Delfina è intimidita e mangia senza appetito. Il giovane sposo al contrario si rilassa dopo una giornata di tensioni, e per la prima volta appare soddisfatto mentre divora con appetito le vivande. Il Re, voltandosi verso di lui. gli dice a bassa voce: "Non sovraccaricate troppo lo stomaco per stanotte" e Luigi, stupito, guardando suo nonno risponde "Perché dunque? Dormo sempre meglio quando ceno bene". Luigi XV alza leggermente le spalle e lancia uno sguardo di compassione a Maria Antonietta, che finge di non aver sentito.


Fino alla rivoluzione, in questa magnifica sala risuonano i lavori di Lully e di Rameau, di Gluck, di Grétry e di Piccinni. Nello stretto intreccio che lega il teatro - e la reggia - alla vita pubblica del paese, l'Opéra è la sede di importanti avvenimenti: con allestimenti  tetatrali si festeggia la visita di sorani stranieri quali l'Imperatore Giuseppe II e Gustavo III di Svezia, o le nozze del Conte d'Artois - futuro Carlo X - fratello di Luigi XVI; un gran ballo mascherato viene offerto nel 1782 al granduca Paolo di Russia, figlio di Caterina II. Il 1 ottobre 1789 è organizzato un banchetto ai reggimenti che proteggono la famiglia del Re: si beve e si scherza, si canta, si giura fedeltà alla monarchia, si convincono i sovrani a presenziare. Il giorno successivo, i giornali parigini raccontano di orge, cospirazioni reazionarie e spregio del tricolore rivoluzionario. Falsità indimostrabili e subito smentite dai partecipanti al banchetto, ma è l'inizio della fine: nella notte del 5 ottobre una folla inferocita assale Versailles e costringe la famiglia reale a trasferirsi a Parigi. La reggia viene abbandonata e l'Opéra chiusa.
La riapertura avviene solo nel 1837, dopo che Luigi Filippo lo ha fatto ridecorare secondo il gusto corrente. Il 25 agosto 1855 è cornice di un altro banchetto di Stato, offerto alla regina Vittoria in visita ufficiale. Dopo il crollo dell'Impero di Napoleone III il teatro viene convertito in sala d'assemblea del Senato francese. Solamente con gli intensivi lavori di restauro intrapresi nel 1952 il teatro di Gabriel ritrova il suo aspetto originario, e un nuovo restauro da poco terminato restituisce ai visitatori e al pubblico il più alto e compiuto esempio di architettura teatrale di corte del XVIII secolo.


L'Ouverture di Céphale et Procris, opéra-ballett di Grétry rappresentata nel 1773 per festeggiare le nozze del Conte d'Artois

 
Persée di Jean-Baptiste Lully

 Ch.W.Gluck: Alceste, rappresentata a Versailles il 14 giugno 1784 in occasione
della visita di Gustavo III di Svezia


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Informazione pratica: a chiunque volesse visitare il teatro, segnalo che è accessibile solamente tramite visite guidate, oppure assistendo ad uno dei numerosi spettacoli che vi vengono allestiti. Per i dettagli rimando al sito ufficiale del castello di Versailles
per gli spettacoli all'Opéra QUI

4 commenti:

  1. Ottima idea quella di scrivere un post sui teatri e sulle opere francesi! Grétry lo conoscevo in precedenza solo per un tema che venne variato da Beethoven, ma mi sembra un compositore di tutto rispetto. Dovrò approfondirlo...

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  2. Wow, proprio interessante!
    Prima o poi devi portarmici, visto che tu lì sei quasi di casa ;).

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  3. complimenti, bellissimo articolo.
    concordo con imaginaerum!
    propongo una gita a versailles per i membri followers del blog :)

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  4. Ahahaha beh...si potrebbe anche fare, sarò la guida: ormai la conosco più di casa mia XD

    @Kraus: ho scoperto Grétry circa sei mesi fa e lo sto apprezzando sempre più. Lavoro molto interessante è Richard Coeur de Lion: di quest'opera è l'aria "O Richard, o mon Roi" divenuta, durante la rivoluzione, il canto di chi rimase fedele alla monarchia.

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